On the Road

ALTA GRADAZIONE NEL SEGNO DI NAPOLEONE

La Maserati GranTurismo MC Stradale è una vettura dai due volti. Da un lato la sua splendida e morbida linea senza tempo, ne ha fatto fin dall’inizio un oggetto di culto, una “instant classic” destinata a rimanere nello storia dell’automobile; lusso, eleganza e bellezza si sposano con quattro posti reali e un comfort elevato per una vettura sportiva, degno proprio di una vera granturismo, e non potrebbe essere altrimenti, perchè è stata la Casa del Tridente ad avere creato questa tipologia di veicolo. Dall’altro lato, sono proprio i suoi contenuti velocistici a darle la connotazione di GT prestazionale anche racing, con un V8 aspirato allo stato dell’arte. Alte prestazioni senza rinunciare alla comodità: sembra il segreto di pulcinella, ma non è così semplice.
Al volante della Maserati GranTurismo MC Stradale, abbiamo potuto saggiare le sue qualità di “pistard” in circuito con la Ligier JS2, valutarne l’assetto e tutti i componenti in carbonio, che contribuiscono ad alleggerirla e a darle tantissima grinta.  Abbiamo voluto enfatizzare poi il suo coté mondano e lifestyle, immergendoci nelle meraviglie della città di La-Roche-sur-Yon e dei dintorni. Fino ad arrivare al mare di Les Sables d’Olonne, dove parte la famosa regata Vendée Globe, il giro del mondo in solitaria senza scali. Anche in questo caso ci sono legami con Maserati, visto che ha come testimonial il velista Giovanni Soldini. Nei giri veloci sul misto del circuito di Fontenay Pôle 85, la Ligier e la Maserati si sono rivelate divertenti e facili da guidare. La storica ha un set-up e una tenuta invidiabili per una vettura di quel genere, che ci aspettavamo volesse andare da sola e da tutte le parti come un cavallo imbizzarrito, invece no, ti asseconda, non si scompone in frenata, ti dà margine di recupero e anche lo sterzo non si rivela duro come ci saremmo immaginati. Ha ragione Bermard Guénant, neutra e piacevole. La GranTurismo ovviamente è diversa, per nulla spartana, più comoda ma probabilmente più estrema da portare al limite. La sua asticella si posiziona sempre più in alto, se si decidono di staccare tutti i dispositivi elettronici di sicurezza. Qui il compito di fare i numeri lo lasciamo al nostro tester Sabino De Castro. Il giorno dopo la “sgambata” in autodromo, la GranTurismo è chiamata a un defilé d’eccezione. Prima, in mattinata, in pieno centro città, poi nella campagna circostante. La Roche-sur-Yon, sul fiume omonimo,  rivela al mondo la genialità di Napoleone Bonaparte anche come urbanista, non solo come politico e militare. Ha trasformato – ovviamente con  i suoi tecnici –  un piccolo villaggio in una città a forma pentagonale, con gli edifici pubblici collocati a  raggiera attorno al fulcro rappresentato dalla piazza principale, guarda caso ora denominata Place Napoleon. Il decreto di fondazione è datato 25 maggio 1804 e il nome della città cambia più volte,  poi rimane quello originario. Oggi arriva a 53.000 abitanti, con un grande polo universitario. La Maserati GranTurismo si posiziona davanti al Teatro all’italiana, costruito nel 1843 al posto delle caserme, per una sessione fotografica di rito. Poi è la volta di visitare le Haras, ovvero le rinomate scuderie di cavalli ora di proprietà del Dipartimento della Vandea, dove si continuano a esercitare anche le attività di pertinenza delle Haras Nationaux, che fanno capo al Ministero dell’Agricoltura e  che si occupano dell’allevamento dei cavalli e della selezione delle razze.
Create da Colbert nel 1665 sotto Luigi XIV, il “Re Sole”, hanno avuto una funzione militare. L’obiettivo era quello di allevare stalloni fornire alle truppe i cavalli  migliori. E’ con Luigi-Filippo che la città di La Roche-sur-Yon si vede conferire il permesso di costruire le Haras. Tra il 1876 e il 1904, il complesso si sviluppa fino a contare 200 stalloni. Il nome cambia da  Haras National de la Roche-sur-Yon in Haras de la Vendée. Ora hanno anche una finalità turistica e culturale; ospitano la più importante scuola di selleria di Francia, che attira studenti da tutto il paese e che fornisce tutte le Haras nazionali, e una pregevole collezione di carrozze. Inoltre propongono dimostrazioni equestri quotidiane in primavera ed estate. Infatti nei mesi di luglio e agosto, ogni giovedì sera si svolge un grande spettacolo nei 4,5 ettari delle scuderie. Si tengono ovviamente anche concorsi ippici. Cécile Bremand, ci mostra l’intera area delle Haras. Vediamo stupendi esemplari di tutte i tipi, dai criolli ai frisoni, e viene naturale fare parallelismi con i simboli di due prestigiosi marchi sportivi e con i cavalli del motore di questa GranTurismo!
Dopo le Haras, è la volta di recarsi a Belleville-sur-Vie, presso Ouest-Espaceauto, centro dei servizi per l’automobile che fino a poco tempo fa ospitava anche Atlantique-Encheres, che vendeva auto usate all’asta: un’idea brillante in anticipo sui tempi, magari da riproporre più avanti. Di fronte, si trova il kartodromo dell’ex-pilota di F.1  Philippe Alliot e di suo fratello Franck, che lo gestisce. Nel pomeriggio si prosegue verso la Maison Mourat, casa vinicola di Mareuil sur Lay,  produttrice di 1.300.000 bottiglie all’anno. Ad accoglierci c’è il proprietario Jean Mourat, e il primo colpo d’occhio lascia subito il segno. La sede abbina modernità e tradizione. Accanto alla prima cascina ristrutturata dove  nacque l’azienda, sorgono i nuovi locali high-tech che nascondono una cave a dir poco originale. Il vino infatti riposa in botti di forma ovale, fatte di cemento di argilla, che traspirano e lasciano quindi respirare anche il vino. Riproducono i dolia romani, anfore di terracotta larghe e alte un metro e mezzo,  che venivano usate per i trasporti marittimi.  Nel processo di fermentazione il vino gira all’interno di queste uova di argilla da 3000 litri, lasciando i sedimenti naturali in sospensione.  Si è scelto di non avere solo le classiche botti di legno in questa fase,  per non “barriqare” troppo il vino modificandone il sapore. Qui viene invecchiato il St. André bianco, apice d’eccellenza della Casa.  Le Clos Saint-André (vitigno Chenin) è stato prima di tutto un sogno: ricominciare da un foglio bianco su un terroir storico, una volta di proprietà della famiglia Taittinger, poi completamente abbandonato sotto uno spesso strato di rovi e ginestre dal 1968, come ci racconta l’affabile proprietario.  L’appellazione è Fief Vendéens Mareuil. Il paesaggio qui volge già verso sud, verso il Massiccio Armoricano. E’ una terra di Chenin, Pinot Nero, Cabernet Franc, Négrette e Cabernet Sauvignon biologici.  Quattro linee di prodotto  (oltre a Moulin Blanc) vinificate secondo la tradizione dei Mourat, vandeani doc e vignaioli dal 1880. Il Château Marie du Fou è la loro proprietà familiare; una “signoria” di 122 ettari che ha vissuto tutte le peripezie della storia di Francia.
Proprio nella cantina delle botti d’argilla abbiamo portato la Maserati GranTurismo MC Stradale,  per foto uniche al mondo, spettacolari ed emozionanti, ma purtroppo il tempo passa alla velocità della luce. E’ ora di rientrare alla Concessionaria Trident-Autosport, nostro quartier generale durante questo viaggio sulla costa atlantica. La GranTurismo è passata agevolmente da un contesto velocistico in pista, al ruolo di primadonna sotto le luci soffuse di Casa Mourat. Una gran dama in nero: inafferrabile di giorno, sensuale a lume di candela la sera. Agile e pratica anche nel traffico in città, da usare con cambio in modalità automatica,  e i suoi cinque metri non sono d’impaccio. Certo non passa inascoltato il rombo. Chi preferisce un sound più tenue  ai bassi regimi e un design senza estrattore posteriore da corsa, ma ugualmente filante, può indirizzarsi sulla Maserati GranTurismo Sport, allestimento intermedio tra questa MC Stradale e la versione base. In principio eravamo scettici su questa nuova applicazione della MC Stradale. Pensavamo dovesse essere solo dura e pura: versione omologata della macchina da gara che anima il Trofeo Maserati, con due posti secchi e rollbar. Forse dimenticando che il gentleman granturismo vuole sì la sportività, magari anche estrema in certi frangenti, ma di pari passo con la comodità, per portarsi in giro anche moglie e figli, non solo l’amico o il meccanico fidato, complici nelle giornate di prove libere in autodromo. Ecco allora che riflettendo, l’istantanea dell’auto dura e pura svanisce dall’immaginario collettivo. E’ più correlata ad altri marchi di supercar estreme. D’altronde anche la bellissima GranSport MC Victory aveva due posti dietro. Questa MC Stradale ha poi 10 CV in più rispetto alla precedente. Entrando nei dettagli, il nuovissimo cofano in fibra di carbonio non solo assicura la deportanza alle alte velocità e un migliore raffreddamento grazie alle prese d’aria, ma ha permesso al veicolo di conservare quasi lo stesso peso a secco della precedente due posti (1700 kg.). La GranTurismo MC Stradale utilizza il più potente V8 4,7 litri da 460 CV abbinato al cambio elettroattuato “MC Race Shift” a sei marce con schema transaxle, per una velocità massima di 303 km/h. La trasmissione permette di scegliere tra le modalità Automatic, Sport e Race, ognuna delle quali migliora progressivamente la risposta dell’acceleratore, il suono dello scarico e i sistemi di controllo antislittamento.
Noi troviamo che il discorso del volere il rumore sia ormai una “sega mentale” di retroguardia e che una supersportiva possa anche essere meno invasiva e più silenziosa. Il mondo cambia, e a volte si evolve, anche se non sempre … De gustibus non disputandum est. L’assetto è ribassato di 10 mm all’anteriore e di 12 mm al posteriore rispetto alla GranTurismo Sport. L’auto è stata sviluppata progressiva, equilibrata e divertente per tutti i guidatori. I quattro freni a disco sono carbo-ceramici. I sedili anteriori possono essere in fibra di carbonio (optional).
In linea con la maggiore aggressività degli interni, le palette del cambio sono più lunghe rispetto al solito,  per facilitare i passagi di marcia nelle situazioni di guida più impegnative. La pedaliera è quella classica racing in alluminio.
Un’auto di forte temperamento, da assaporare lentamente, come un vino d’annata.

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